Il Risorgimento italiano: un’epoca di luci e ombre

Il Risorgimento italiano: un’epoca di luci e ombre

Di Daniela Enriquez

Da febbraio a aprile Casa Italiana offrirà un corso di storia, letteratura e cinema sul Risorgimento. Il corso che sarà tenuto dalle Prof.sse Nicoletta Clemente e Sylvana Ehrman sarà in italiano (con la possibilità di tradurre in inglese, qualora i concetti risultino difficili). Il Risorgimento è una delle fasi della storia d’Italia più importanti, complicate e coinvolgenti. Per questo ho deciso di intervistare le due Prof. per saperne di più del corso e delle loro idee su quest’epoca storica e sul modo in cui è stata e viene ancora raccontata.

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www.image-size.comDE: La parola Risorgimento fa pensare ad una rinascita, ma il titolo del vostro corso cita luci ed ombre…come mai? Quali sono le luci e le ombre del Risorgimento?

NC: Le luci del Risorgimento sono la grande conquista dell’Italia unita dopo 1400 anni in cui era completamente frantumata in tanti staterelli. Questa è la cosa straordinaria come fatto storico. Le ombre sono la difficoltà dell’aggregazione e nazionalizzazione di questi piccoli stati, con il sorgere della questione meridionale: riaggregare questi stati in uno Stato comune ed una legge comune dopo 1400 anni di autonomia. C’è anche stata una forma di prevaricazione dello stato che ha annesso e connesso via via tutti questi staterelli.

DE: Il corso tratterà di letteratura, storia e cinema. Quanto questi tre elementi sono interconnessi, ed in che modo la letteratura ed il cinema hanno rappresentato il Risorgimento?

NC: È una lettura che viene fatta degli eventi storici sia dal punto di vista letterario che cinematografico. Ci sono alcuni scrittori come Tomasi Di Lampedusa con il Gattopardo, ma soprattutto De Roberto con i Viceré ed altri romanzi più recenti come Noi Credevamo di Anna Banti del 2010 che hanno interpretato il Risorgimento e sono poi stati trasformati in opere cinematografiche ulteriormente diversificate. Per esempio nel Gattopardo Visconti preferisce dare uno sguardo di un certo tipo, soprattutto romantico, rispetto al problema del conflitto risorgimentale. Dà importanza alla storia d’amore e le vicende storiche diventano lo sfondo.

DE: La storia americana è molto diversa – e decisamente più breve! – di quella italiana. Pensate che sarà difficile raccontare a degli stranieri questo particolare periodo storico?

westNC: Io pensavo di fare un’analogia. Per esempio nella filmografia americana ci sono alcuni film che esaltano e sono un po’ l’epopea della conquista del West, e poi ci sono altri film che mostrano come la conquista del West ha portato il massacro di popolazioni inermi. È la stessa cosa che è successa in Italia dove la conquista del Sud è diventata a volte un’occupazione, una violentazione di popoli che erano contrari. Il fatto, l’evento ha sempre un prezzo! Pensavo di mettere a paragone questi fatti che hanno un aspetto positivo, quasi epico, ma anche un risvolto negativo.

DE: Perché è ancora importante nel 2018 insegnare e studiare il Risorgimento?

NC: Più del Risorgimento come storia, per me è importante la storiografia, che è la narrazione della storia a seconda del modo di vederla. Per esempio io esporrò la visione di Gramsci, accanto la visione di Crispi e di Giolitti. A seconda del punto di vista c’è un modo diverso di vedere la storia. La storia è un elemento, ma la parte importante è lo sguardo che si dà sulla storia: la storiografia. Io insegnerò la storiografia! Il Risorgimento italiano è uno degli eventi della storia più straordinari: dopo 1400 anni di separazione, i piccoli stati, i piccoli popoli si ritrovano in un’organizzazione unica. L’unico popolo che ha seguito un po’ analogamente la nostra storia è la Germania. Come il Piemonte ha “piemontizzato” tutta l’Italia, così la Prussia ha “prussizzato” tutta la Germania. La Germania però era disunita da poco tempo, l’Italia invece dal 568 con i Longobardi.

DE: Nella locandina del corso non ho potuto fare a meno – da siciliana – di notare la copertina del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa che sarà presto riadattato dalla Indiana ProOLeopardoduction in una mini serie televisiva in inglese. Cosa ne pensate di questo “esperimento” in particolare ed in generale dei film e serie americani ispirati ad opere italiane?

NC: Devo dire che c’è una serie televista su Garibaldi degli anni ’60/’70 che è molto interessante perché, essendo una serie, entra nei dettagli di eventi storici molto più circostanziati rispetto a quelli raccontati in un’ora e mezza dai film. L’idea non è male e la condivido. È un modo di apprendere con lentezza, in modo tale che si ha il tempo di assorbire. Le serie televisive non sono male nel momento in cui ovviamente le opere non vengono snaturate! Nella mia lezione io ho selezionato le scene significative del film di Visconti così da un film di tre ore ho creato un montaggio di 30/40 minuti. Poi dopo, chi vuole, verrà ospitato dalla Prof.ssa Ehrman per vedere l’intero film.