32 DICEMBRE

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Diciamocelo pure chiaramente: viviamo una vita schiacciata da tutta una serie di obblighi “superimposti” e scadenze di ogni tipo.
Non mi riferisco solo agli adempimenti burocratici del ‘vivere civile’, ma anche a quelli da cui continuiamo a farci avviluppare.
Siamo a malapena usciti indenni dal tour de force della vigilia-natale-santostefano con immancabili sensi di colpa per le cose fatte e per quelle non completate e gia’ siamo alle prese con le celebrazioni per l’ultimo dell’anno.Niente di più patetico che attendere lo scoccare della mezzanotte col televisore acceso per vedere gli altri come festeggiano da un capo all’altro del globo.
Altrettanto risibile la corsa a scroccare un invito per ritrovarsi tra semisconosciuti senza speranza di intavolare una conversazione che ne abbia almeno la parvenza, magari staccando gli occhi dallo smart phone…
Beati quelli che sono riusciti a sganciarsi da questo tipo di patetici rituali periodici e vanno a letto come vi andrebbero una qualunque altra sera dell’anno.

Cosa cambierà mai tra la notte di S. Silvestro e l’alba del primo gennaio?A pagina 192 del tomo  di Luca Romanoper i tipi di Neri Pozza, intitolato La Vita di Pantasilea,  c’è un riferimento ai difetti del calendario e a come il tempo sia un mero artificio da noi creato e del tutto inaccurato.
Ora le ditte produttrici di spumante arricceranno il naso, con l’occhio strabico sempre puntato a controllare l’andamento dei  profitti e delle perdite ma spiegatemi perche’ si debba ogni anno ricadere nella solita routine: attesa, botto, fetta di panettone e trenino a suon di samba?

Rimettendo in funzione la mia personale macchina del tempo approdo a Epcot, 31 dicembre 1998, ore 17:59.
Sullo sfondo un lago artificiale in cui si specchia un tramonto infuocato che si aggiunge alla meraviglia di un migliaio di turisti abbagliati dalla dovizia di luci e decorazioni natalizie.
Scatta il minuto e sento stappare una bottiglia di qualcosa di effervescente ma sicuramente analcolico.  Tra grida e caciara intercetto un vociare allegro e scambio di auguri nel vernacolo che ben conosco.
Nella massa dei turisti increduli e sorpresi scorgo un gruppetto di italiani che festeggia la mezzanotte in Italia e l’arrivo dell’anno nuovo!

Siamo ancora nel pieno delle feste e i sermoni alla Savonarola non sono mai bene accetti.  Vi invito pero’, se non siete troppo occupati, a cercare una clip su You tube dal titolo 32 dicembre.
Forse qualcuno la ricorderà: fa parte di un film di Luciano De Crescenzo in tre episodi, di cui l’ultimo fa da eponimo alla pellicola.
Sono sicura che vi farà sorridere e riflettere sull’arbitrarietà del tempo e sulla relatività della vita che abbiamo deciso di vivere.
Non cercatemi per controbattermi per carità, non vi potrò rispondere.  Sono indaffarata per conto mio alla disperata ricerca di un cenone in cui intrufolarmi…

PANDORA
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